La Natissa è il fiume che attraversa Aquileia: nasce in località Roncùs, zona ricca di risorgive.
Navigabile già in epoca romana, quando Aquileia era il porto e il crocevia più importante dell’Alto Adriatico, Natissa accoglieva le acque del Natisone e del Torre in un letto largo 48 metri: via d’acqua tanto generosa quanto vitale. Ma non solo. Le sue sponde costituiscono da sempre un ecosistema delicato, ricco e prezioso, terra di stanza e di migrazione di uccelli marini, ma anche oasi faunistica da proteggere e tutelare. Una terra dove la ricerca degli equilibri fra uomo e natura è essenziale.
È proprio da questa consapevolezza che nasce la delicata metafora della nostra etichetta: una piccola dea protettrice, in perfetta armonia con la natura che la circonda.
Il legame fra terra e mare qui non è solo simbolico, si trasforma in specificità: è la radice del terroir. Lo capirono da subito i Romani che fin dai tempi dell’imperatore Augusto esportavano i vini nelle preziose anfore, da Aquileia in tutto il Mediterraneo. Ancora oggi le nostre viti beneficiano delle brezze dell’Adriatico, che conferiscono quella particolare salinità al frutto e allo stesso tempo contribuiscono alla ventilazione naturale delle foglie durante tutto l’anno. A questo si aggiunge l’impasto del terreno, di natura argillosa e sabbiosa, che regala alle piante la sua straordinaria ricchezza fatta di infinite stratificazioni di conchiglie e minerali. E a volte, preziose testimonianze di un passato ancora vivo come monete romane, frammenti di vetri soffiati e cocci di vasi e di anfore, ci ricordano che “tempus fugit” ma la nostra passione per la creazione di grandi vini resta. Immutata.